Mai avevamo affrontato un momento così, mai ce lo saremmo aspettati, mai lo avremmo voluto ma da un giorno all’altro è cambiata la nostra vita, ma non allo stesso modo per tutti. Conte ci ripete spesso ‘siamo tutti nella stessa barca e tutti insieme dobbiamo remare per farcela’, ma non dica cazzate presidente, non è così. Forse siamo tutti dentro la stessa tempesta, ma su mezzi diversi.
C’è chi si è organizzato con lo smart working e di tornare a lavorare non gli importa, c’è chi invece non vede l’ora di tornare perché ormai i soldi per pagare l’affitto e fare la spesa sono quasi finiti. Ci sono imprenditori piccoli e grandi che bramano di riaprire le loro attività perché sono seriamente preoccupati di non poter più assicurare un lavoro per i propri dipendenti e operai, ansiosi di tornare nel loro posto di lavoro, se ancora esiste. C’è chi ama questa solitudine forzata e chi nella solitudine per molto tempo ci è soffocato e non riesce a dominarla. C’è chi la propria quarantena la passa in una casa con attico vista mare e chi la deve far passare in un appartamento di 80 metri quadrati, con due bambini piccoli a cui manca l’aria per respirare. C’è chi in quattro mura sta in armonia con i propri cari e chi in quattro mura subisce insulti, prepotenze e cattiverie.
Questo virus fa paura a tutti, ma ora fa molta paura anche il virus dell’incertezza e dell’incognita per il proprio futuro e quello dei propri cari. Cerchiamo di guardare oltre, di non disprezzare ciò che non si prova o non si sente, cerchiamo di non giudicare ma semplicemente di capire, alla fine navighiamo in barche diverse.
( Marco.S. )
Cosi vicini eppure cosi distanti.
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